“Un imponente allineamento galattico si sta realizzando ed i suoi effetti influenzano ogni forma di vita nel cosmo. Otto divinità governano e dirigono l’intero Universo: sono i Creators.“
Questo dice Wikipedia, ma in questo caso si sbaglia. I Creators di cui voglio raccontarvi oggi, sono persone che creano contenuti e riescono a monetizzarli.
Possono essere giornalisti, divultagori, gamers e non solo.
E no, non c’è solo Ninja che nel marzo del 2018, in un’intervista rilasciata alla CNBC, aveva dichiarato di riuscire a guadagnare 500mila dollari al mese solo con i live delle sue partite a Fortnite.
I Creator sono persone che hanno qualcosa di dire (o da scrivere of course) e lo rendono un lavoro retribuito, ma in completa autonomia senza media tradizionali alle spalle.
Per certi versi si tratta di un mercato tremendamente aperto, perchè si rivolge a singoli individui e quindi assoggettati alla piramide di Maslow e in cerca del vertice più alto: l’autostima. Senza dimenticare poi, che i social hanno di fatto sdoganato la propria esposizione “mediatica” anche senza essere personaggi pubblici.
Inoltre è evidente una facilità tecnologica nel poter accedere e creare contenuti (certo la qualità degli stessi, ad esempio nel caso dei video, gli strumenti e la post produzione possono sicuramente fare la differenza) io stesso con meno di 200€ ho acquistato luci, webcam e microfono idonei a trasmettere e registrare in qualità soddisfacente per le mie esigenze.
Ma il lavorare in un settore dove le leve dell’autostima e della possibilità di guadagno, sembrano così alla portata di molti, incrementa l’arrivo di nuovi adepti. Che poi raggiungano l’obiettivo sognato è altro.
Nel corso di queste newsletter, una chiave di lettura risuona sempre più spesso: intrattenere una comunity. E’ questo il vero obiettivo che rende di conseguenza sostenibile un eventuale attività di creator. (e forse vale per quasi tutti i settori online)
I creators sono influencers?

No, nonostante possa sembrare un confine molto labile, i curators e gli influencer sono dinamiche decisamente diverse. Gli influencers, e il termine lo descrive alla perfezione, sono personaggi che hanno la capacità (ipotetica) di “influenzare” le scelte di acquisto dei loro followers e per questo vengono ingaggiati da inserzionisti e aziende.
Mentre per i creators il prodotto che vendono è la loro conoscenza/professionalità/altro.
I creators possono essere esperti di video editing, come di politica internazionale, possono scrivere o realizzare podcast, ma anche solo video. Il formato dei loro contenuti non è determinante, ma certo aiuta a distribuirlo poi su diverse piattaforme (ad esempio Podcast su Spotify, Video su Ghost o articoli su Substack)
“Il futuro degli influencer appartiene già al passato. Perché nella maggior parte dei casi coloro che vengono definiti influencer non lo sono affatto. Piuttosto sono hacker egoriferiti legati alle pubbliche relazioni, e per giunta spesso scarsamente remunerati. D’altronde raccontarsi sui social media è una corsa che non porta alcun vantaggio, perché nel lungo periodo non genera né attenzione e né fiducia. Nella stragrande maggioranza dei casi i social sono una trappola. “
Seth Godin
Creators: la video intervista a Giorgio Taverniti
La video intervista questa volta l’ho fatta a Giorgio Taverniti, amico e divulgatore delle tematiche legate al Web Marketing, che da diversi anni sonda le possibilità che la rete offre, per creare e distribuire contenuti. La chiacchierata sicuramente ha aperto spunti e solleticherà le sinapsi di giornalisti e editori che vogliono capire meglio cosa sta accadendo e come poter cavalcare l’onda.
Le cose raccontate sono diverse e alcune hanno suscitato davvero un interesse incredibile, come il provare a concepire un giornale online come una piattaforma per creators selezionati.
Anche Google ci mette del suo?

Anche Google ha capito l’importanza dei creators nel mercato dell’intrattenimento, tanto da creare una sezione informativa specifica: https://blog.google/web-creators/
Sul blog di Google è possibile seguire i loro consigli su come monetizzare, crescere e diventare creators.
Le cose interessanti emerse
- Un creators deve saper creare una comunity, qui la mappa mentale segnalata da Giorgio (https://miro.com/app/board/o9J_lOTdTpM=/)
- Caso: Carola Frediani (https://guerredirete.substack.com/people/2903106-carola-frediani)
- Caso: Rick DuFer (https://riccardodalferro.com/)
- L’anno appena trascorso di pandemia, ha incrementato l’utilizzo e lo sviluppo verso questa direzione
- L’evoluzione di questo fenomeno può cambiare il modello di business dell’editoria online
Segnalazioni e piattaforme
- Opensubscriptionplatforms.com per scoprire piattaforme di subscription e newsletter e le loro caratteristiche.
- Twitch.tv ha una “scuola” per streamer: https://www.twitch.tv/creatorcamp/it-it/
- Esiste l’Academy di Youtube: https://creatoracademy.youtube.com/page/home?hl=it
- Anche con Vimeo è possibile monetizzare con le subscription
- Patreon per giornalisti: https://www.patreon.com/it-IT/c/scrittori-giornalisti
- Google Web Creator, già citato in precedenza
- Scopriamo Ghost con il video citato da Giorgio: https://www.youtube.com/watch?v=LmCurAfrH48
- Anche Facebook sta realizzando una piattaforma per creators.
- Spotify per i podcaster: https://podcasters.spotify.com/
- “Creators are the driving engine of LinkedIn.” Lo dicono loro.
- Patreon vale 4 miliardi di dollari.
- Anche Twitter è pronto a far monetizzare i suoi creators