La seconda newsletter di Editore Informato ho voluto dedicarla a una delle tematiche che genera un enorme curiosità: la voice technology applicata ad un giornale online.
Partiamo dal mercato: qualche numero e le previsioni.
Negli ultimi mesi è stata una vera corsa nel mercato per vendere (o distribuire?) più assistenti vocali possibili, molte aziende forniscono direttamente i loro prodotti con assistenti embedded (autoradio, orologi, tv, ecc.)


Secondo un articolo di Techcrunch del Luglio 2020, Google Assistant ha 500 milioni di utenti attivi mensili e Siri 374 milioni. Vengono in cascata gli altri strumenti di ricognizione vocale, come Cortana di Microsoft e DuerOS di Badu attivi su circa 400 milioni di oggetti. Alexa in oltre 200 milioni e Bixby di Samsung in oltre 160 milioni, (qui un articolo di Vincos)
Allo stesso modo, un sondaggio di Capgemini di fine 2019 indicava che il 2021 sarebbe stato l’anno in cui “quasi tutti gli automobilisti (95%) utilizzeranno un assistente vocale entro i prossimi tre anni, ma i produttori devono migliorare l’esperienza offerta al fine di soddisfare le aspettative degli utenti.“
Continuando: “Nei prossimi tre anni (quindi sempre nel 2021) il 95% dei consumatori prevede di utilizzare un’interfaccia vocale, compreso l’assistente vocale in auto per reperire informazioni, e il 54% afferma che in futuro utilizzerà “sempre” questa tecnologia. “
In maniera molto essenziale, possiamo sicuramente affermare che gli assistenti vocali sono tra noi e in maniera decisamente cros-spaziale: casa, ufficio, relax, spostamenti.
Il tutto mosso da semplici interazione vocali: un utente domanda/interagisce e lo strumento risponde/interagisce a sua volta.
E per un giornale online quali possono essere le opportunità?
Può sembrare banale ma è la risposta più ovvia: un potenziale “lettore che diventa ascoltatore” potrà aggiornarsi sui fatti di cronaca, di interesse o farsi leggere il giornale.
Ma non solo.
Durante le interviste con i due ospiti di questa newsletter, sono emerse alcune caratteristiche che possono essere assolutamente interessanti per un giornale online:
- Creare momenti in cui ascoltare podcast: ad esempio tutte le mattine il podcast con le notizie importanti della giornata. Realizzabile con una integrazione degli assistenti vocali: “Hey Google, fammi ascoltare le aperture di oggi del Foglio.it”. Allo stesso modo individuare “momenti” in cui il lettore ha la volontà di informarsi e essere pronti a fornire quel contenuto. Tutto comandato dalla voce (in auto per arrivare in ufficio, durante l’attività sportiva, ecc.)
- La voice technology non è un touch point, non ci si imbatte per caso come un cartellone pubblicitario o lo zapping su una radio, ma si attivano da una volontà espressa del lettore/ascoltatore. Quindi possono diventare un prodotto di fidelizzazione e nuovo strumento per essere accanto ad un lettore in un momento diverso della sua giornata.
- Adottare la voice technology in un giornale online, richiede una pianificazione intelligente. Non si può improvvisare: c’è bisogno di chi esegue la registrazione del podcast, la metodologia del formato, la costanza. Senza dimenticare gli aspetti tecnici di analisi e sviluppo di cosa si voglia fare.
Le video interviste
Se è così semplice, perchè non è ancora per tutti? Nelle video interviste con Fabio Lalli e Alessio Pomaro abbiamo affrontato questo argomento.
Ho intervistato Alessio Pomaro, esperto in Voice Search e con un background Seo (è appena uscito il suo libro: Voice technology. Le nuove sfide del marketing conversazionale e della digital transformation: 1 )
Ho intervistato anche Fabio Lalli, Chief Business & Innovation Officer di Iquii, una consulting company specializzata in digital marketing, applicazioni per mobile e internet of things.
E’ anche lui in libreria con il suo: Sport digital transformation. La trasformazione digitale dello sport business nell’era post Covid-19
Modelli di Business
Secondo il mio parere, la criticità più evidente che ha rallentato lo sviluppo e diffusione dei Voice Assistant per i giornali è stata la mancanza di un modello di business evidente.
Ma come spesso accade, la creatività e il pensare “out of box” diventano efficaci strumenti per trovarlo.
Preroll o middleroll nei podcast
Con Adplay Media Holding abbiamo già attivato la possibilità di inserire annunci adv “ascoltabili” tramite dei nostri server di erogazione audio. In pratica prima e durante un podcast è possibile ascoltare uno spot adv. I revenue per mille ascolti, è decisamente più elevetato rispetto alle mille impression usate solitamente come misura di performance.
L’esempio delle Skill Alexa di Giallozafferano
Il noto sito di ricette ha comincato a trovare una forma remunerativa attraverso l’utilizzo della propria Skill su Alexa, proprio recentemente hanno integrato la comunicazione dei partner all’interno della narrazione e l’interazione con l’assistente vocale. Un modello molto simile al “native” di cui parleremo in una prossima newsletter.
Il settore del food e l’uso di assistenti vocali da inizio lockdown negli Stati Uniti, ha avuto un incrementato del 67% (fonte).
Nelle prossime newsletter parleremo proprio di innovazione tecnologica per un giornale con la persona che in Modadori si occupa di questo aspetto.
Acquisti direttamente tramite Voice Assistant
Secondo diverse stime, ci sarà un evidente boom delle transazioni effettuate con gli assistenti vocali nei prossimi anni. I fattori che possono determinare questo boom sono diversi, ma tra i più evidenti è il fatto che sempre più persone possiedono degli assistenti vocali forniti di smart display: i prodotti si possono vedere nello schermo e si può seguire l’intero processo di acquisto, in questo modo cresce progressivamente anche l’abitudine ad utilizzare la voce per comprare. (fonte)
L’errore di pensarli come strumenti di revenue diretti
Anche il pensare a queste opportunità solo come strumenti che generano un revenue immediato, può essere fuorviante. Non è detto infatti che il loro ingresso in un piano editoriale, generi bonifici. Ma intervengono nella strategia di creazione o crescita dell’identità digitale del giornale, con interventi in diversi possibili KPI indiretti. (Ad esempio potenzialmente potrebbero generare più abbonamenti se resi disponibili per gli utenti abbonati, in un giornale che adotti un modello di business ad abbonamento)

Per cominciare a sporcarsi le mani
1. Servizi Podcast
Per creare i propri podcast ci sono diversi servizi che permettono di poterli “indicizzare” sulle serp di Google ad esempio.
Tra questi, probabilmente i migliori sono:
Segnalo inoltre che ItalianIndie ha creato un’ottima guida per iniziare a creare podcast.
2. Creare Skill Alexa
Per chi invece si vuole provare nel creare le proprie Skill per Alexa, abbiamo la guida realizzata proprio da Alessio Pomaro.

3. Google Assistant
Questa è la pagina ufficiale di Google Assistant dove è possibile trovare esempi, case history e informazioni per quanto riguarda l’utilizzo di Google Assistant.

Assistenti Vocali e Podcast in pillole
- Sono uno “prodotto” di fidelizzazione o di intrattenimento che può coinvolgere il lettore in momenti diversi della propria giornata (ovviamente sono due oggetti diversi tra loro ma interoperabili)
- Splittano l’utilizzo sui diversi device che ci circodano, mantenendo quindi una relazione con il giornale su tutti i device che un lettore utilizza
- Possono essere presenti e attivati in più luoghi (in auto, in casa, durante spostamenti o attività varie)
- I modelli di business variano dalle possibili trasposizioni del contenuto testuali (native, preroll, ecc.), ma permettono nuove possibilità adottando un approccio “out of the box”
- Anche pensarli come soli strumenti per generare revenue è sbagliato. Sono strumenti che impattano su diversi piani o kpi.
Alcune segnalazioni
- Il Sole 24 Ore fa un titolo molto discutibile, dicendo che Google in Australia sta aprendo una “testata”. I fatti sono diversi.
- C’è stato un core update di Google che impatta anche su Google Discover. Secondo me è stato rilasciato in due momenti: i primissimi giorni di Gennaio e intorno al 14.
- Riccardo Mares, aka Merlinox ha rilasciato un addon per Google Chrome che sintentizza alcuni meta della pagina in cui ci troviamo: utile per fare veloci controlli.
- Nel mio speech al Bit 2019, consigliavo agli operatori del turismo di imparare a declinare i contenuti testuali con i mezzi che ci sono a dispozione: video, infografiche, immagini o altro. Ri-enventare era la prola d’ordine. Qualche giorno fa John Mueller di Google, ha chiarito che farlo non genera assolutamente contenuti duplicati. Of course. (a volte è imbarazzante leggere le domande che gli vengono poste su Twitter)
- Il team di Spremute Digitali ha voluto intervistarmi per parlare di editoria online, qui quello che è venuto fuori.
- Anche Key4biz.it ha voluto farmi alcune domande in particolare su IlFoglio.it, siamo arrivati a parlare di CIA.
- Su EditoreInformato.it ho aggiunto due tools che possono essere utili per trovare spunti su argomenti da scrivere in redazione: EI Google Trends e EI Google Suggest. Ovviamente il primo vi mostra in Real Time cosa sta avendo incrementi di ricerca in Italia (con variazioni) e il secondo vi permette di scoprire le combinazioni di parole usate per cercare determinati argomenti.
- Sono aperte le candidature al Digiday Media Awards Europe , una competizione internazionali per i giornali online.
- WordPress (il noto CMS di cui parleremo in una prossima newsletter) apre al mercato offrendosi direttamente come fornitore di siti web.